di Mehreen Khan, 10 Ottobre 2015
(Segnalato e tradotto da Antonio Bertuzzi)
Il duro avvertimento di Blanchard è una doccia gelata sulle visioni di Brussels di un “superstato” europeo
Secondo l’ex capo economista del Fondo monetario internazionale, l’euro sarà condannato ad uno stato di crisi permanente, poiché una più profonda integrazione non porterà nessuna prosperità all’unione in crisi.
In un duro avvertimento, Olivier Blanchard – che ha trascorso otto anni a contrastare la peggiore crisi finanziaria globale della storia – ha detto che il trasferimento di sovranità dagli stati membri a Bruxelles non sarebbe la “panacea” per i mali dell’euro.
Questi commenti – da parte di uno degli economisti occidentali più importanti degli ultimi dieci anni – sono una doccia gelata sulle visioni grandiose di un “Superstato Ue” quale prossimo passo verso l’integrazione dell’unione monetaria.
In seguito alle turbolenze di questa estate in Grecia, il leader francese Francois Hollande, Jean-Claude Juncker della Commissione europea, e il capo della Banca centrale europea Mario Draghi, si sono fatti promotori della necessità di creare nuove istituzioni sovranazionali, come un tesoro e un parlamento della zona euro.
Ma Blanchard, che ha lasciato il FMI due settimane fa, ha detto che queste visioni radicali su una “unione fiscale” in piena regola non risolverebbero le tensioni fondamentali che stanno al cuore della moneta unica.
“[L’unione fiscale] non è una panacea“, ha detto Blanchard al Telegraph. “Dovrebbe essere fatta, ma non dobbiamo pensare che, una volta fatta, l’euro funzionerà perfettamente, e che le cose andranno sempre bene.“
Anche se l’accentramento dei fondi, il conferimento a Bruxelles del potere fiscale e di spesa, e la creazione di un’unione bancaria fossero riforme “essenziali“, esse tuttavia non consentirebbero all’euro di funzionare bene “nemmeno nel migliore dei casi“, ha detto l’economista francese.
Qualsiasi meccanismo di trasferimento dei fondi dalle nazioni più forti a quelle più deboli – che è stato ferocemente avversato dalla Germania – servirebbe soltanto a mascherare i fondamentali problemi di competitività che affliggeranno perennemente gli Stati membri in crisi, ha detto. “I trasferimenti fiscali aiuteranno ad attraversare le difficoltà, ma, allo stesso tempo, allenteranno l’urgenza di praticare i necessari aggiustamenti di competitività.“
La creazione degli “Stati Uniti d’Europa” è stata vista come un passo necessario per isolare la zona euro dal contagio finanziario che l’ha messa in ginocchio dopo il 2010.
Si tratta di una visione condivisa dal successore di Blanchard presso il Fondo monetario internazionale, l’americano Maurice Obstfeld, che sostiene come una più profonda integrazione della zona euro sia il modo migliore per colmare le lacune istituzionali dell’Unione monetaria europea.
Blanchard, tuttavia, ha detto che nessuna correzione istituzionale potrà riportare prosperità alla moneta unica.