Solo un governo di incompetenti patentati come quello di
LETTA avrebbe potuto ideare un'ulteriore tassa come la TASI, come in realtà è
stato.
I cui effetti, badate bene, non si esauriscono solo nei livelli impositivi
previsti dal tributo, ma vanno ben oltre.
Essendo una nuova tassa che si aggiunge a tutte quelle già presenti nel
nostro ordinamento (e ne sono assai), oltre a presupporre un esborso in termini
fiscali, presuppone anche un costo amministrativo a carico del contribuente che
deve pagarla.
Per gli studi di assistenza fiscale che prestano la loro opera allo svolgimento
dell'adempimento, poi, è anche un grande rompicapo. Perché, essendo una tassa
comunale, di fatto, a tutti i Comuni viene lasciata un'ampia autonomia nella
strutturazione dell'imposta, in base ai criteri ritenuti più opportuni. Ecco
quindi che, magari, qualche comune avrà previsto delle aliquote differenziate a
seconda che l'immobile ricada in alcune vie piuttosto che in altre, con delle
casistiche addirittura bizzarre; mentre altri avranno previsto delle detrazioni
in base ad altri parametri. Senza dimenticare il fatto che ciascun Comune, per
legiferare in materia di Tasi, ha prodotto copiose delibere che, da parte degli
addetti ai lavori, devono essere lette, studiate e approfondite, onde evitare
che eventuali errori di calcolo e di interpretazione di norme ricadano sui
contribuenti o sui consulenti che prestano l'assistenza. Tutto questo, per
forza di cose, si traduce in un aggravio di costi per il contribuente e rende
la macchina fiscale ancor più complessa rispetto a quanto effettivamente è.
Vista l'impossibilità di poter reperire risorse derivanti da un taglio alla
spesa, ci sarebbe da chiedersi (anzi, senza chiederselo) se non sarebbe stato
almeno più opportuno recuperare lo stesso gettito inasprendo le tasse già esistenti,
come l'IMU ad esempio. In questo modo i contribuenti avrebbero almeno
risparmiato i costi amministrativi dell'adempimento, che talvolta possono
superare addirittura l'entità del tributo da corrispondere.
La responsabilità di un pasticcio del genere, è trasversale e tocca tutti i
livelli della nomenclatura politica ed istituzionale del Paese. E' responsabile
Letta che era a capo del Governo. A maggior ragione è responsabile Saccomanni,
in quanto Ministro dell'Economia. Sono responsabili tutti i parlamentari che
hanno votato questo provvedimento. E' responsabile Napolitano che lo ha
firmato, avallando l'operato di un branco di incompetenti. Sono responsabili i
partiti che lo hanno sostenuto. E anche Forza Italia che, per questioni
puramente "ideologiche", si è ostinata a voler tenere indenne la
"prima casa" dalla tassazione dell'Imu, che tuttavia è stata
rimpiazzata dalla TASI. Se vogliamo dircela tutta, è responsabile anche il Governo
Renzi che, in una condizione del genere, pur avendo del tempo a disposizione, non
è corso ai ripari cercando di migliorare e snellire l'ennesimo adempimento a
carico dei contribuenti. Alla faccia della semplificazione, insomma.
Se vi attendete che questo branco di fenomeni -che, in buona sostanza, sono
gli stessi che sono al governo- possano salvarvi dalla bancarotta, siete solo
dei poveri illusi, senza alcuna speranza.
Questo è un paese che si condanna da solo ogni volta che sorge il sole.
Per quanto riguarda le responsabilità di chi ha avallato questa ed altre tasse inique credo di dire una verità assoluta nell'affermare che una alta percentuale ricade sul contribuente stesso che non ha fatto nulla per defenestrare i responsabili di questo scempio italiano che è l'amministrazione dello stato. Da notare che i nostri vicini francesi, qualche giorno fa, hanno messo a ferro e fuoco un-agenzia delle entrate francesi per la tassazione esorbitante e per l-embargo alla russia che sta colpendo anche loro.
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