Pare che in questo sciagurato Paese, invaso da un'ignoranza economica conclamata che si potrebbe misurare a tonnellate, si sia diffusa la convinzione che
depositare sostanze liquide in cassette di sicurezza all'interno del perimetro
bancario, possa costituire un'ottima soluzione per difendere (lecitamente) i risparmi
dall'aggressione che potrebbero subire per via di eventuali imposte
patrimoniali.
Pochi giorni fa, sono stato
contattato da un signore che gradiva avere rassicurazioni circa l'allocazione
del proprio patrimonio, anche al fine di scampare ad annunciate ed eventuali imposte
patrimoniali, o da qualche altra diavoleria che , non fatalmente, potrebbe abbattersi
sui risparmi.
Racconta di essersi recato in banca qualche settimana prima, e di aver
liquidato il patrimonio mobiliare nella sua disponibilità. Racconta anche che,
nonostante fosse stato sconsigliato dal direttore della filiale, ha convertito
tutto il ricavato dalla vendita di titoli in valute pregiate, depositando il
malloppo in una cassetta di sicurezza della banca. Aggiunge anche che ha esteso
la garanzia assicurativa contro furti che la cassetta di sicurezza potrebbe subire, elevandola
allo stesso livello del patrimonio ivi depositato: 500 mila euro, circa. Quindi,
sostenendo dei costi aggiuntivi non del tutto trascurabili.
A parte il fatto che in un mondo invaso da carta di dubbia qualità, non si capisce poi così bene quale valuta possa ritenersi
pregiata (se non per rare eccezioni), potremmo affermare che ci troviamo
dinanzi al classico pollo che non si accorge di essere pollo. E, come tutti i
polli, prima o poi, rischia di essere spennato. Solo che i polli, quelli veri,
in genere, vengono spennati da morti. Il nostro amico, siccome è un pollo
finto, ha anche l'aggravante di rischiare di essere spennato da vivo.
Il ragionamento che ha fatto questo signore per proteggere i suoi
risparmi potrebbe risultare condivisibile, ma fino ad un certo punto. Infatti, almeno in via di principio,
convertendo il patrimonio mobiliare in sostanze liquide, seppure assolutamente
legale, potrebbe apparire una soluzione vincente; quando, in realtà, ci sono
comunque dei rischi di non poco conto, che andremo ad analizzare tra breve.
Se l'intenzione del nostro amico fosse quella di sfuggire ad una imposta
patrimoniale, liquidare i propri investimenti, convertendoli in sostanze liquide, potrebbe essere un ottima soluzione, per il semplice motivo che il fisco non può
tassare ciò di cui non conosce l'entità, la collocazione, e il soggetto che ha la
disponibilità delle sostanze liquide. Inoltre, secondo il ragionamento che,
immagino, avrà osservato il nostro amico, si sarà detto che una
diversificazione valutaria potrebbe risultare un buon affare in caso di break up dell'euro, ossia in caso di ritorno alle valute nazionali. Questo perché, se
si dovesse reintrodurre una nuova valuta (chiamiamola newlira), potrebbe essere
logico attendersi che determinate valute nel portafogli possano rivalutarsi nei
confronti della nuova valuta. E anche questo potrebbe risultare verosimile,
determinando delle plusvalenze che si incasseranno successivamente,
all'atto della conversione delle valute nella nuova valuta
nazionale. Ma ci sono dei SE, che non sono affatto di poco conto.
Tralasciando il rischio cambio insito in una diversificazione di
questo genere, che potrebbe comunque essere arginato strutturando
una serie di derivati a copertura del rischio (sostenendo comunque ulteriori costi non del tutto trascurabili), ciò che non considera il nostro
amico sono essenzialmente quattro fattori, anch'essi non del tutto trascurabili, a mio
avviso.
Primo: ammesso e non concesso che prelevare in contanti (e
convertire) una somma di denaro dal proprio conto corrente, potrebbe accendere
l'interesse del fisco, che potrebbe essere indotto a promuovere qualche
accertamento non solo limitato alla sfera di quel patrimonio, il vero problema,
sotto il profilo fiscale, sorge successivamente, magari dopo molto tempo,
nella fase di riemersione di queste sostanze liquide. Cioè, quando un giorno queste
valute torneranno nel conto corrente. Perché, è ovvio, la banca, non solo ai
fini della normativa sull'antiriciclaggio, sarà tenuta ad effettuare le
relative segnalazioni alle autorità preposte. E posso garantirvi che
segnalazioni di tale entità danno assai nell'occhio. Quindi, ammesso che si
eviti l'accertamento del fisco in occasione del prelievo dal conto, è
abbastanza remota la possibilità che possa essere evitato
successivamente, in futuro, in occasione della riemersione delle sostanze, con
il versamento sul conto corrente. E, in questo caso, l'onore di provare la
legittimità (non solo fiscale) del patrimonio versato sul conto, spetta al
risparmiatore, che rischia di diventare anche contribuente, per via
dell'accertamento fiscale che potrebbe subire. Tuttavia, nulla di particolarmente preoccupante
(?), se si pongono in essere le dovute cautele.
Secondo: e' chiaro che chiunque depositi dei valori in una
cassetta di sicurezza, voglia anche avere tutte le garanzie, in termini
assicurativi, circa il fatto che i propri valori siano custoditi in tutta
sicurezza e tranquillità. Quindi, anche al riparo da furti. In genere, quando si paga il
canone relativo alla cassetta di sicurezza, questo comprende anche
un'assicurazione contro il furto, che copre, nella maggior parte dei casi, fino
ad un massimo di 2500/5000 euro di valori depositati. Va da se che se si
depositano valori significativamente più elevati, occorre quantomeno elevare la
garanzia fino allo stesso livello delle somme ivi depositate, pagando l'integrazione assicurativa, che sono comunque dei bei soldini.
Si da il caso che le banche, nell'ambito delle comunicazioni che
sono tenute ad effettuare periodicamente al fisco, siano obbligate a
segnalare anche i dati anagrafici dei titolari di cassette di sicurezza, i
relativi accessi e, guarda caso, anche il valore dell'assicurazione posta a tutela delle somme ivi depositate. Ciò potrebbe lasciar supporre che, in caso di una eventuale
imposta patrimoniale, il fisco potrebbe essere tentato di colpire anche le
cassette di sicurezza ampliando la base imponibile del prelievo, fondando la
pretesa proprio in base al valore dell'assicurazione. A parer di chi scrive,
per quanto esistano dubbi sulla legittimità di un eventuale imposta
patrimoniale fondata su una base imponibile assunta in base al valore
assicurato di una cassetta di sicurezza, è chiaro che, se così non fosse, il
fisco potrebbe colpire i valori depositati al pari di altri tipi di impieghi o
di investimenti. Quindi, gli sforzi profusi dal risparmiatore per mettere al
riparo i risparmi dall'aggressione del fisco, potrebbe risultare del tutto
vani, se non, addirittura, almeno parzialmente, letali.
Terzo: e anche questo è una fattore di non poco conto, che determinerebbe dei costi che potrebbero
essere addirittura superiori all'imposta patrimoniale che si vorrebbe evitare.
Per quanto siano preoccupati (e anche inquietanti) i segnaliprofusi da molteplici esponenti politici e non, che si dicono favorevoli
all'applicazione di un'imposizione patrimoniale straordinaria, non è fatto
detto che si possa giungere ad una soluzione del genere e che lo si possa fare in tempi brevi.
Pertanto, ammesso che, depositare il proprio patrimonio liquido in una cassetta
di sicurezza, possa considerarsi una strategia priva di rischi (ma, come
abbiamo dimostrato, non lo è affatto), esiste l'ulteriore rischio di dover prolungare per un periodo di tempo non breve questa
strategia, rinunciando, quindi, a
qualsiasi forma di remunerazione, ad esclusione di quella eventualmente
derivante dall'apprezzamento delle valute stranieri, qualora siano state
depositate sostanze liquide in valuta estera. Analogo ragionamento può essere osservato per coloro che intendano depositare nelle cassette di sicurezza sostanze liquide in valuta straniera, al fine di avvantaggiarsi da un eventuale crollo della moneta unica, poiché non è affatto detto che ciò avvenga (anzi, appare abbastanza remoto) e soprattutto quando possa avvenire. In questa ultima i ipotesi, si ritiene che i tempi non siano affatto brevi.
Quarto: L'ultima considerazione da fare riguarda poi la solidità della banca prescelta. Nel senso che occorrerebbe comunque valutare con molta attenzione la banca sulla quale depositare il risparmio, stante il precario equilibrio in cui versano un numero non del tutto trascurabile di banche, sia grandi che piccole. Ma questo, a dire il vero, andrebbe fatto e ponderato con estrema cautela per qualsiasi tipo di investimento e/o deposito, onde evitare che i risparmi di una vita possano andare in fumo.
LETTURE SUGGERITE:
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Semplice ed esaustivo. Grazie!
RispondiEliminaGrazie a te. :-)
EliminaCome sempre analisi perfetta e precisa. Anche se dissento sul quarto punto: cosa potrebbe comportare per un titolare di cassetta di sicurezza l'eventuale default di una banca??
EliminaGrazie per l'apprezzamento. In realtà, in caso di dissesto bancario, si avrebbe l'impossibilità ad accedere alla cassetta di sicurezza per via della chiusura degli sportelli, che potrebbe protrarsi per tempi anche lunghi. In tutta sincerità, mi sentirei di sconsigliare questa forma di impiego, che poi impiego non è...
EliminaSalve e davvero complimenti per il sito.La mia preoccupazione principale riguardo a tenere contanti "imboscati"è che potrebbero decidere di mettere le banconote attuali fuori corso e sostituirle con delle altre (un po' come stanno facendo adesso con quelle da 5 euro e in futuro con quelle da 10)oppure metter una data fuori corso ecc.Comunque io credo che l'obiettivo sia quello di portare via tutto ai cittadini e che quando si tratti di fregare la gente,la fantasia del legislatore non abbia limiti.
RispondiEliminaalex
Grazie per i complimenti. In effetti, l'ipotesi avanzata da te, è più che verosimile. Ma ciò non toglie che sia comunque possibile cambiare le banconote, subendo il disagio di doverlo fare.
EliminaConcordo sul fatto che convertire tutti i propri averi in contanti costituisca un rischio, a cui peraltro si era abituati in altri tempi, a partire da queli dei nostri genitori all'indietro. Ma gli investimenti non sono essi stessi a rischio? Quanta gente si è bruciata la maggior parte dei risparmi tra tracolli borsistici e cedole od obbligazioni di società o nazioni andate in fallimento? In più oggi giorno, in molti paesi pseudocapitalistici come l'Italia, la proprietà privata è divenuta un reato. L'equazione è questa: chi possiede immobili o capitali sui conti correnti o sui conti titoli è un ricco che, nel migliore dei casi, deve donare alla causa comune (dei superstipendi dei burocrati di stato), e negli altri, è un ladro che si è arricchito per forza illegalmente, e di conseguenza va punito ed espropriato. Il concetto stesso del redditometro si basa sul fatto che chi può spendere ha qualcosa da nascondere, perciò va controllato e, a anche se poi risultasse in regola, sotto minaccia di ulteriori accertamenti magari finirebbe per convincersi a trattare l'elargizione di un piccolo "obolo". Ma se qualcuno nella vita ha risparmiato qualcosa ha il diritto di spenderlo come gli aggrada, e oggi l'unico modo è avere in mano i contanti, anzi c'è il rischio che di questo passo i contanti valgano di più del loro reale valore, come accadeva nei paesi comunisti con il mercato "nero" delle valute. Come tanti insegnano, l'unico vero metodo dovrebbe essere quello di non concentrare tutto in una sola forma, in questo caso i contanti....ma vanno bene anche l'oro, i diamanti, i quadri, gli orologi....basta che non lo sappia nessuno!
RispondiEliminaSalve Paolo,
RispondiEliminasono un pollo che come tanti altri polli si sono trovati nella situazione del signore riportato
nell’ articolo. Mi complimento per i precedenti articoli riguardanti l’ assalto ai risparmi e
l’ esproprio che sono ineccepibili e come altri ancora, hanno un contenuto profetico.
Come pollo, e con il senno del poi, mi rammarico con mè stesso e con i miei educatori perché ho cercato di vivere nel rispetto delle regole, anche quando mi stavano strette.
Se fossi diventato un farabutto, incantatore di serpenti, prodigo nell’ elargire sorrisi e promesse come se ne vedono in sovrannumero in ogni angolo del nostro quotidiano, avrei risolto tutti i miei problemi e anche quelli dei miei parenti e amici.
Invece sono uno dei polli che lavorando tutto il giorno non ha abbastanza tempo di guardarsi attorno e scoprire i raffinati trabocchetti situati ovunque, orditi da traditori rivelatisi volpi a guardia del pollaio. E’ anche vero che siamo ignoranti in economia e in molto altro.
Una volta ( io ho quasi 60 anni ) c’ erano solo due canali televisivi e ci insegnavano a leggere, scrivere e parlare; oggi con centinaia di canali, ci stanno zombizzando con metodi scientifici che funzionano benissimo. Infatti stiamo felicemente osannando i nostri carnefici.
Ritengo che essendo entrati in una condizione di emergenza, tutte le regole e nessuna regola siano valide:si salvi chi può !
Io non ho consigli per gli altri, non ne ho nemmeno per me stesso; se devo soccombere, cercherò di farlo a causa delle mie scelte piuttosto che per i supplizi imposti da altri.
Rinnovo i miei complimenti per il suo sito e porgo cordiali saluti
Mauro L.
Dio che pena quel tizio, la sua ansia di mettere al riparo i suoi soldi, io conosco solo un modo per rendere sicuro un patrimonio spenderlo...dopo questo mio personale pensiero bel articolo.
RispondiEliminahe he Dimentichi le spese bancarie e di tenuta titoli che ormai sono diventate una tassa patrimoniale molto ma molto più alte di un costo di una cassetta di sicurezza. Secondo me l'unico errore che ha fatto il tizio è mettere in cassetta valute diverse e non solo euri...ehehhehe visto dove andrà l'euro fra non molto, grazie alla perfetta riuscita del piano di acquisto tituli della BCE e l'azzeramento dell'inflazione.. secondo me l'investitore è un investitore maturo e molto pragmatico visti gli ormai troppi personaggi anti euro che offuscano le riflessioni valide. Mica stupido anzi previdente.
RispondiEliminaL'unico indicatore valido non sono i consigli del promotore di turno ma il prezzo dell'euro. 136.50 stamattina. Visto che per anni oscillava sempre a 130-133 il nuovo prototipo di investitore saggio converte un po' di euri in un paniere di valute guai un mal e il resto in euri non legati a conti correnti o a tituli..ma questo è un genio..si mangerà un po' le mani quando l'euro sarà a 1,40 il prossimo anno ma sarà sicuramente lostesso mooolto contento di essersi tolto le banche e la finaza dai coglioni.ù
sveglia.
sempre chiaro ed esaustivo. Ottimo
RispondiEliminaGrazie, onorato del tuo apprezzamento
EliminaCiao,
Eliminaio mi ero informata in merito, e proprio in casi di problemi gravi alle banche, il rischio è principalmente, se è, per i correntisti. Una cassetta di sicurezza è estranea a questi rischi eventuali, perché appunto è un deposito in un caveau blindato, accessibile al cliente con un dipendente della banca, a cui accedere anche in un secondo momento, parlando di banche con struttura di un certo tipo.
Inoltre, se il valore all'interno della cassetta si aggira attorno a 25.000 mila euro o poco più, che è la polizza di base della mia banca, i 500.000 euro che citavi sono chiaramente un caso particolare, normalmente non si necessita di estensioni straordinarie di assicurazione, e di conseguenza non si incorre al rischio di possibili segnalazioni fiscali, che comunque se trattasi di oggetti o contanti con dimostrabile provenienza, non ci sono conseguenze. Correggimi se sbaglio.
Giorgia
Complimenti Paolo. Sei sempre molto chiaro ed esaustivo. E x noi è un bene che a te stia a cuore la questione. Le tue pubblicazioni sono illuminanti. Bravo e grazie.
RispondiEliminaChiaro e preciso come sempre. Ottimo Paolo!
RispondiEliminaqualcuno converte la liquidità in oro e il giorno dopo costruisce un bel muretto o ristruttura un marciapiede intorno a casa... vecchi metodi che torneranno di moda vista la situazione.
RispondiEliminaViste le dimensioni medie di una cassetta di sicurezza, immagino che avrà optato per banconote dal taglio elevato. Ci sarebbe anche il rischio che qualcuna possa essere messa, nel tempo, fuori corso (ipotesi che spesso viene ventilata)
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