Per chi se le fosse perse, e ad ogni buon conto, faccio il montaggio delle
risposte date alle pertinenti
osservazioni fatte da Lorenzo Carnimeo:
"Una cosa va detta: tecnicamente, se accettano di lasciare nel breve
periodo il deficit al 3%, può in effetti verificarsi un periodo di assestamento
con crescita poco sopra lo 0,...
Ma questa è un'ipotesi che non tiene conto della bilancia dei pagamenti: questa ha avuto un miglioramento "ante mortem", dovuto alla restrizione fiscale della domanda interna (aumenti dell'IVA e delle accise sui carburanti, con generale e drastica caduta dei consumi).
Ma questa è un'ipotesi che non tiene conto della bilancia dei pagamenti: questa ha avuto un miglioramento "ante mortem", dovuto alla restrizione fiscale della domanda interna (aumenti dell'IVA e delle accise sui carburanti, con generale e drastica caduta dei consumi).
Tuttavia, la recessione (innescata dalle manovre dell'estate 2011 e seguenti) ha inciso in modo strutturale sull'offerta nazionale: la caduta simultanea e drammatica di investimenti e consumi, porterà alla incapacità di produrre quanto una "eventuale"domanda, non dico in crescita, ma anche solo "stabilizzata", potrà comportare.
Ecco allora che, dopo una fase di stagnazione (crescite 0,3...) che verrà salutata come ripresa, la bilancia dei pagamenti (in tutte le sue voci, non solo per la partita "merci", beninteso), ritrascinerà l'Italia in recessione e si procederà a nuova deflazione salariale (unico metodo di correzione conosciuto in UEM), nuova caduta della domanda, nuova deindustrializzazione da caduta della domanda; e perciò calo del PIL, del gettito fiscale, acuito da furiosi tagli della spesa pubblica (in risposta) e quindi fallimento successivo dell'obiettivo di deficit.
SE SI RIMANE NELL'EURO, questo e solo questo ci attende; PER DECENNI.
Cioè il ciclo oscillerà sempre e solo tra stagnazione e recessione: e con una frequenza allarmante e distruttiva.
Esattamente come prefigura ciò che è accaduto dal 2002 ad oggi.
Quindi non avremmo una "ripresina"; in realtà sarebbe
una "non recessione". Cioè crescita prossima allo zero, ma non
negativa (sostanziale stagnazione).
Cerco di farla sintetica:
il margine di spesa pubblica è in realtà estraneo a ciò; come dice pure Munchau si tratta di programmi risibili. Quelli attuali e pure i futuri; gli sbandierati cofinanziamenti esigono pur sempre un concorso di spesa nazionale, contabilmente ridotto a essere simbolico;
- la "non recessione", nella visione paradossale e ormai fuori dalla realtà dei responsabili della nostra economia, è in realtà dovuta:
Cerco di farla sintetica:
il margine di spesa pubblica è in realtà estraneo a ciò; come dice pure Munchau si tratta di programmi risibili. Quelli attuali e pure i futuri; gli sbandierati cofinanziamenti esigono pur sempre un concorso di spesa nazionale, contabilmente ridotto a essere simbolico;
- la "non recessione", nella visione paradossale e ormai fuori dalla realtà dei responsabili della nostra economia, è in realtà dovuta:
a) al fatto stesso di consentire il mantenimento di un
deficit e di non perseguire con immediatezza il pareggio tecnico
(-0,50, in assenza di congiuntura);
b) il che significa di non dover calibrare, con la stessa frequenza
e dimensione degli ultimi 2 anni, manovre di austerity su questo obiettivo,
lasciando, più o meno i conti come stanno e attendendo, secondo le
"loro" previsioni, che la deflazione salariale aumenti la
competitività e l'export;
- questa stessa aspettativa conferma che la recessione è dovuta tutta alle politiche fiscali!;
- poichè invece la crisi è di domanda, anche lasciando le cose come stanno (più o meno, e comunque per il 2014, perchè il 2013 è già di recessione), la domanda interna calerà lo stesso e non potrà essere sostituita da quella estera "aggiuntiva", perchè mancati investimenti e deindustrializzazione nazionali sono stati portati troppo in là,mentre i nostri vicini UEM soffrono di problemi analoghi e il livello del cambio non ci consente una vera espansione extra-UEM;
- differenziali di interessi, credit crunch, crollo del valore patrimoniale di assets finanziari e immobiliari, porteranno poi ad una ulteriore forte fuga di capitali, i cui rendimenti permarranno all'estero e non verranno reimportati (fenomeno simile alla fuga delle expertise migliori, cervelli e relativi redditi in fuga);
- siccome non sanno PERCHE' E DOVE SBAGLIANO, di fronte alla caduta della domanda (interna e estera), e quindi di gettito fiscale (e persino con innalzamento di spesa per disoccupazione), non sapranno far altro che tassare ancora e tagliare la spesa comprimibile (che si allargherà a dismisura, con acclamazione mediatico-livorosa). Nel tentativo di arrivare prima o poi al "pareggio di bilancio".
Risultato: brevi stagnazioni preluderanno a fasi recessive da ripresa della austerity.
Vorrebbero andare avanti così all'infinito gli ITALIAN-PUD€, non avendo capito il moltiplicatore e cosa non funzioni nel vincolo di cambio.
Perchè l'euro, per loro, è irrinunciabile e la deflazione salariale come prospettiva illimitata nel tempo li esalta troppo.
- questa stessa aspettativa conferma che la recessione è dovuta tutta alle politiche fiscali!;
- poichè invece la crisi è di domanda, anche lasciando le cose come stanno (più o meno, e comunque per il 2014, perchè il 2013 è già di recessione), la domanda interna calerà lo stesso e non potrà essere sostituita da quella estera "aggiuntiva", perchè mancati investimenti e deindustrializzazione nazionali sono stati portati troppo in là,mentre i nostri vicini UEM soffrono di problemi analoghi e il livello del cambio non ci consente una vera espansione extra-UEM;
- differenziali di interessi, credit crunch, crollo del valore patrimoniale di assets finanziari e immobiliari, porteranno poi ad una ulteriore forte fuga di capitali, i cui rendimenti permarranno all'estero e non verranno reimportati (fenomeno simile alla fuga delle expertise migliori, cervelli e relativi redditi in fuga);
- siccome non sanno PERCHE' E DOVE SBAGLIANO, di fronte alla caduta della domanda (interna e estera), e quindi di gettito fiscale (e persino con innalzamento di spesa per disoccupazione), non sapranno far altro che tassare ancora e tagliare la spesa comprimibile (che si allargherà a dismisura, con acclamazione mediatico-livorosa). Nel tentativo di arrivare prima o poi al "pareggio di bilancio".
Risultato: brevi stagnazioni preluderanno a fasi recessive da ripresa della austerity.
Vorrebbero andare avanti così all'infinito gli ITALIAN-PUD€, non avendo capito il moltiplicatore e cosa non funzioni nel vincolo di cambio.
Perchè l'euro, per loro, è irrinunciabile e la deflazione salariale come prospettiva illimitata nel tempo li esalta troppo.
Ora, fresca di giornata, arriva la notizia
ANSA che conferma al 100% questo quadro.
"La Commissione Ue ''consentira' deviazioni temporanee dal
raggiungimento dell'obiettivo di medio termine'' che consentiranno
''investimenti pubblici produttivi'', cofinanziati dalla Ue. Lo ha annunciato
il presidente Jose' Barroso e oggi il commissario Olli Rehn scrivera' ai
ministri per spiegare il nuovo approccio.
La Commissione, ha spiegato Barroso, "ha esplorato ulteriori modi
all'interno del braccio preventivo del Patto di Stabilità (cioé per chi è sotto
il 3% di deficit e quindi fuori da procedura, ndr) per realizzare investimenti
pubblici non ricorrenti con un impatto provato sulle finanze pubbliche". E
oggi quindi Barroso ha annunciato che "quando la Commissione valuterà i
bilanci nazionali per il 2014 e i risultati di bilancio del 2013, considererà
di consentire deviazioni temporanee del deficit strutturale dal suo
percorso verso l'obiettivo di medio termine (per l'Italia è il pareggio
strutturale nel 2014-2015, ndr) fissato delle raccomandazioni specifiche
per Paese". Tale deviazione"deve essere collegata a spesa
pubblica su progetti co-finanziati dalla Ue nell'ambito della politica
strutturale e di coesione, delle reti trans-europee e della 'Connecting Europe
Facility' con un effetto nel lungo termine positivo, diretto e verificabile sul
bilancio".
Puddo-piddini di tutte le "etnie" festanti. Un trionfo!
Ma la prospettive sono puntualmente quelle sopra enunciate. Il discorso è
questo: "per il 2014 vi consentiamo di mantenere il
deficit al 3%, ma solo se ci "piace" quello che fate in termini di
spesa, chiamandolo "investimenti" (cioè supply side per
produrre ma non si sa, per le ragioni dette, per vendere a chi).
Per il 2015, l'obiettivo deve essere
il "prossimo al pareggio di bilancio", cioèl'obiettivo
"strutturale" da cui non si può deviare. E lo ribadiscono.
Nella migliore delle ipotesi, per chi ha capito il moltiplicatore e il
funzionamento del saldi settoriali: se non verrà impostata una
riduzione del deficit "a consuntivo" del 2013,pseudo-ripresina nel
2014 e, alla fine di tale anno, massiccia manovra riduttiva del deficit
per il 2015 (sul deficit che risulterà a fine 2014: e ci sarà da
divertirsi, per così dire, dato che sarà molto difficile persino mantenere il
deficit al 3%).
Quindi nuova inevitabile recessione...e manovre correttive per
"promuovere la crescita" attraverso la "virtuosità"
fiscale.
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