di Paolo Cardenà-
Se
non fosse per la drammaticità degli eventi che si susseguono nel contesto
economico e che colpiscono in maniera violenta proprio le classi più deboli,
sarebbe proprio da farsi quattro risate nel sentire i proclami di Monti e dei suoi
ministri che parlano ancora di ripresa nel 2013. Il tutto con il sostegno della stampa sussidiata con i soldi dei contribuenti italiani, rea di raccontare balle su balle per dar sostegno ad un governo che sta facendo collassare il sistema Italia.
La
realtà è che il governo Monti, ad un anno dal suo insediamento, è stato un vero
e proprio disastro. Al di la della credibilità che ha restituito all'Italia nel
contesto internazionale -frutto anche questa dei sacrifici imposti agli
italiani con manovre economiche che hanno recepito passivamente ogni diktat dei
burocrati europei- credo che, a questo punto, ci troviamo dinanzi ad un
vero disastro economico aggravato dall'azione dei tecnici al governo. Disastro che, per essere recuperato e ammesso che ci si riesca, dovranno passare ancora numerosi anni, ripensando alla struttura produttiva ed industriale della nazione. Hanno raso al suolo l'economia italiana, e questi sono i dati da brivido confermati proprio oggi dall'Istat, rilanciati dall'agenzia Asca:
Crisi:
Istat, nel 2012 pil -2,3% e -0,5% nel 2013
(ASCA) - Roma, 5 nov - Per il 2012 l'Istat prevede una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari al 2,3%, mentre per il 2013, nonostante l'attenuazione degli impulsi sfavorevoli ed un moderato recupero dell'attivita' economica nel secondo semestre, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%). Sono le stime dell'Istat sulle prospettive dell'economia italiana nel 2012-2013."La caduta del Pil iniziata nel terzo trimestre del 2011 dovrebbe proseguire, con intensita' sempre piu' contenute, fino al secondo trimestre del 2013: la durata della crisi attuale - afferma l'Istat - supererebbe cosi' sia quella del biennio 2008-09 (5 trimestri) sia quella del periodo 1992-93 (6 trimestri)''.
Nel biennio di previsione le famiglie
continuerebbero a sperimentare significative riduzioni del reddito, con
conseguenze negative sul tasso di risparmio, come evidenziato dal netto rialzo
dell'indicatore sull'utilizzo del risparmio tratto dalle inchieste
congiunturali condotte dall'Istat sui consumatori. La probabilita' di un
ritorno agli investimenti da parte delle imprese risulterebbe ancora bassa a
causa della caduta dei margini di profitto, dei bassi livelli di capacita'
utilizzata e delle difficolta' dal lato della domanda. Proseguirebbe il
deterioramento sul mercato del lavoro. L'unico contributo positivo alla
crescita deriverebbe dalle esportazioni nette.
Crisi:
Istat, disoccupazione ancora in crescita. All'11,4% nel 2013
(ASCA) - Roma,
5 nov - Peggiorano le condizioni sul mercato del lavoro con disoccupati in
crescita per effetto della recessione economica. L'Istat prevede un tasso di
disoccupazione al 10,6% per il 2012 e in crescita all'11,4% l'anno prossimo.
''Nei primi due trimestri dell'anno in corso si
e' osservata una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali, unitamente a una
diminuzione delle ore lavorate (anche attraverso il ricorso alla Cassa
Integrazione Guadagni), anche se segnali piu' negativi sono emersi a settembre.
Di conseguenza, per il 2012 la diminuzione prevista in termini di input di
lavoro sarebbe pari all'1,2%''.
A seguito del miglioramento
delle condizioni economiche generali atteso nella seconda parte del 2013, il
deterioramento delle condizioni complessive del mercato del lavoro potrebbe
attenuarsi, anche se l'input di lavoro risulterebbe ancora in calo dello 0,5%
in media d'anno.
La crescita delle persone
in cerca di lavoro iniziata alla fine del 2011, e' alla base del rilevante
incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest'anno (10,6%). Per il
2013, il tasso di disoccupazione continuerebbe ad aumentare (11,4%) sia a causa
del contrarsi dell'occupazione, sia per l'aumento dell'incidenza della
disoccupazione di lunga durata.
Le retribuzioni per
dipendente mostrerebbero una dinamica moderata (0,9%, nel 2012 e 1% nel 2013).
La produttivita' del lavoro diminuirebbe nel 2012 per poi stabilizzarsi nel
2013.
Il costo del lavoro per
unita' di prodotto tenderebbe a crescere in entrambi gli anni.
Crisi: Istat, spesa per
consumi in forte calo (-3,2% nel 2012)
(ASCA) - Roma,
5 nov - La caduta del reddito disponibile, il clima di incertezza percepito dai
consumatori e l'attuazione di misure di politica economica volte al
consolidamento dei conti pubblici penalizzano la spesa per consumi. Nel
rapporto sulle prospettive dell'economia italiana nel 2012-2013, l'Istat indica
che la crescente situazione di disagio finanziario dichiarata dalle famiglie
porterebbe, in un primo tempo, ad un proseguimento nell'utilizzo del risparmio,
cui potrebbe seguire una evoluzione in negativo dei modelli di consumo.
La spesa privata per consumi registrerebbe
nell'anno in corso una contrazione del 3,2% e anche nel 2013 la spesa dei
consumatori risulterebbe in calo (-0,7%), a seguito delle persistenti
difficolta' sul mercato del lavoro e della debolezza del reddito disponibile.
E questo è il
quadro disegnato dall'Istat che, a parer di chi scrive, resta fin troppo
ottimistico (soprattutto per le previsioni sul 2013) e ciò per diverse ragioni già note a chi segue questo sito. Tuttavia, se non dovesse bastare, possiamo anche dare un occhiata a quanto
riferito qualche giorno fa dalla Merkel o quest'oggi rilanciato dal sito Wallstreetitalia
Sternberg, 3 nov.
(Adnkronos/Dpa) - Serviranno "cinque anni o piu'" per uscire dalla
crisi economica dell'eurozona. Lo ha affermato oggi il cancelliere tedesco
Angela Merkel intervenendo ad un congresso del suo partito, l'Unione Cristiano
Democratica (Cdu), a Sterberg, in Mecklenburgo- Pomerania
occidentale."Servira' un lungo impegno, di cinque anni o piu'", ha
affermato la Merkel, secondo la quale bisogna continuare a portare avanti
riforme strutturali per ripristinare la fiducia degli investitori e riattivare
l'economia dell'eurozona. "Molti investitori non credono che in Europa si
mantengano le promesse", ha detto il capo del governo tedesco, aggiungendo
che per questo vanno rispettati gli impegni per il consolidamento dei bilanci e
la riduzione del debito. "Serve rigore - ha detto infine - per convincere
il mondo che vale la pena investire in Europa".
Peccato che
dubito fortemente che il sesto anno possa averci ancora vivi.
Ma, ad ogni buon
conto, vi propongo due ottimi articoli a firma dell'eccellente Gpg ImperatriceOscura di Rischio Calcolato -che ringrazio- con i quali ci informa, numeri alla
mano, sul disastro del governo Monti.
pubblichiamo questo articolo fatto dal Prof. Attilio
Folliero.
Monti non ha ancora
compiuto un anno di governo, essendo in carica dal 16 novembre, ma le cifre
parlano chiaro: un assoluto disastro!
Il Supplemento al
Bollettino Statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” n. 52 del
15/10/2012,
pubblicato dalla Banca d’Italia, evidenzia chiaramente le cifre del disastro.
Con la pubblicazione odierna, si rendono pubblici i dati aggiornati al 31
agosto. Il debito pubblico continua a crescere, ma con l’avvento di Monti
la crescita è stata superiore agli anteriori governi. Il debito pubblico italiano
al 31 agosto 2012 era 1.975, 63 miliardi di Euro.

Il debito pubblico
nel 2011 (fra il 31/12/2010 ed 31/12/2011) è cresciuto del 3,00%; se
consideriamo gli ultimi dodici mesi del governo Berlusconi
(31/10/2010-31/10/2011) il debito è cresciuto del 2,38%. Negli ultimi 12 mesi
(31/08/2011-31/08/2012) la crescita del debito è stata del 3,51%; Se
consideriamo solamente il periodo del Governo Monti (31/10/2011-31/08/2012) la
crescita del debito è stata del 3,09% e se ci soffermiamo ad analizzare i dati
dell’anno in corso (31/12/2011-31/08/2012) il debito cresce ancora di più:
3,61%. L’azione del Governo Monti sta, inequivocabilmente, facendo crescere il
debito più che il suo predecessore.
Se poi consideriamo
il debito in relazione al PIL, il disastro del governo Monti appare ancora più
evidente. Nel 2008 il debito pubblico italiano era il 106,1% del PIL; nel 2009
sale al 116,4%; nel 2010 arriva al 119,2%, nel 2011 supera il 120%, arivando al
120,7%; nel 2012 sarà sicuramente superiore al 125%, massimo assoluto dal 1970.
Secondo calcoli pessimistici potrebbe arrivare perfino al 130% o ad una cifra
molto vicina: se il debito negli ultimi 4 mesi dell’anno dovesse crescere di
altri 25 miliardi e quindi arrivare in prossimità dei 2.000 miliardi e se si
dovesse confermare una riduzione del PIL del 2,6%; in questo caso l’Italia si
rrtroverebbe un debito vicino al 130%.
Le cifre del Governo
Monti sono ancora più disastrose, se si considera che il debito continua ad
aumentare pur in presenza di un aumento delle entrate. Nel 2012, grazie
all’aumento delle imposte e delle tasse, il Governo Monti per il 2012, stando
agli ultimi dati pubblicati dal FMI lo
scorso 9 ottobre,
usufruirà di entrate non inferiori a 755 miliardi di Euro, il 48,3% del PIL a
fronte di ingressi pari al 46,1% del 2011. Ovviamente l’aumento delle imposte e
delle tasse continua ad essere un punto all’ordine del giorno del governo
Monti, che contribuisce a deprimire la domanda, per cui è facile aspettarsi un
peggioramento della situazione. La disoccupazione, ad esempio, sempre secondo i
datipubblicati dal FMI lo
scorso 9 ottobre passa
dall’ 8,4 del 2011 al 10,5 nel 2012 e constinuerà a crescere per il 2013.
Il disastro del
Governo Monti va ben oltre queste cifre: l’aspetto peggiore è l’aumenta del
debito a breve, quello da pagare a meno di un anno. Al 31 di ottobre 2011,
ultimo bilancio disponibile per il Governo Berlusconi, il debito totale
ammontava a 1.916,40 miliardi di Euro e di questo il 26,07%,
ossia 499,58 miliardi erano debiti in scadenza nei
successivi 12 mesi.
Oggi (dati al
31/08/2012), con il Governo Monti il debito è a 1.975,63 miliardi di Euro, ma
la quota da pagare a breve, entro i successivi 12 è salita a 546,64 miliardi,
il 27,67% di tutto il debito. In solo 8 mesi (dal 31/10/2011 al 31/08/2012) di
Governo Monti, il debito da pagare a breve ha avuto un rialzo netto del 1,6%.
Anche il debito a medio termine, quello in scadenza tra 12 e 60 mesi è in
aumento, essendo passato da 554,85 miliardi del 31/10/2011, il 28,95% del
totale, a 579,76 il 29,35% del totale; ovviamente diminuisce il debito in
scadenza oltre i 60 mesi.
Perchè consideriamo
che questo sia l’aspetto peggiore del Governo Monti? Aumentando il debito a
breve, significa aver bisogno di maggiori entrate nel breve periodo per coprire
le rate in scadenza ed ovviamente si contnuerà a spremere i contribuenti, il
popolo Italiano e le imprese, con la conseguenza di deprimere ancora di più la
domanda e quindi il panorama economico.
Certamente Monti,
come previsto, continuerà a vendere, o per essere più esatti a svendere il
patrimonio nazionale, con la conseguenza che nel breve periodo si ritroverà con
un debito inferiore di qualche miliarduccio, ma nel lungo periodo aumenterà
perchè da un lato continua a spendere (pur aumentando le entrate, se il debito
aumenta è perchè aumentano le spese) e dall’altro veranno a mancare gli
introiti derivanti dagli utili del patrimonio ormai venduto.
A quanto pare, Monti
sta tagliando solo ed esclusivamente gli investimenti sociali, da lui
considerati non una grande risorsa del paese, ma uno spreco. Fra qualche tempo,
in virtù di questi tagli si ritroverà con popolo affamato, malcurato ed
ammalato, ignorante, con le inevitabili esplosioni sociali ed il ricorso alla
repressione ed il conseguente incremento delle spese nel settore dell’ordine
pubblico. Bella prospetiva per l’Italia!
L’aumento del debito
a breve termine, rende sempre più evidente il ricorso al FMI ed anche se al
momento tale ricorso viene negato, la realtà dei numeri indica il contrario.
Come si pagano i debiti, se ormai gli italiani, popolo ed imprese, sono già
spremuti al massimo?
Nella logica di
Monti, si continuerà ad aumentare l’IVA, l’IMU/ICI, le altre imposte e tasse, a
ridurre le pensioni, gli stipendi, ecc… ma tutto questo farà ulteriormente
diminuire la domanda (i consumatori disporanno di sempre meno soldi da
spendere) e per conseguenza le imprese reagiranno riducendo l’offerta, ossia
licenciando e spostando all’estero i propri stabilimenti (almeno le grandi
imprese; mentre le piccole chiuderanno).
Monti è stato
chiamato a diminuire il debito pubblico e a far ripartire l’economia italiana,
ma i dati ufficiali indicano esattamente il contrario.
Fabbisogno del settore Statale:
ad Ottobre 2012 a 13,1 miliardi (+11,2 miliardi sul 2011) – Come Volevasi
Dimostrare, nessun Risanamento (come ripetiamo da mesi)
Ecco a voi i comunicato
del MEF
Fabbisogno dei primi dieci mesi 2012 in calo
rispetto al 2011.
Nei primi dieci mesi
del 2012 si è realizzato complessivamente un fabbisogno di58,5 miliardi a fronte di un fabbisogno
del 2011 di 60,9 miliardi.
L’andamento del
fabbisogno a tutto ottobre è coerente con il trend ipotizzato per il
raggiungimento dell’obiettivo annuo.
Nel mese di
ottobre 2012 si è realizzato un fabbisogno del settore statale pari, in via
provvisoria, a circa 13,1 miliardi, in aumento rispetto allo stesso mese del
2011 in cui si registrò un disavanzo di 1,9 miliardi.
Commento
Il risultato del
mese di ottobre, rispetto allo stesso mese del 2011, registra il buon andamento
delle entrate tributarie, in linea con quanto realizzato negli ultimi mesi. Dal
lato della spesa, si evidenziano minori pagamenti di interessi sul debito
pubblico, maggiori rimborsi fiscali per una diversa calendarizzazione dei
pagamenti ed una maggiore spesa complessiva da parte delle amministrazioni
centrali e degli enti territoriali.
Il fabbisogno del
mese di ottobre, rispetto ad ottobre 2011, ha registrato l’erogazione di 5,7
miliardi a favore dell’European Stability Mechanism (ESM) per la stabilità
finanziaria della zona euro ed il venir meno dell’introito di circa 2,8
miliardi, derivante dall’assegnazione di diritti d’uso di frequenze
radioelettriche destinate alla banda larga.
Al netto di tali
partite peggiorative, il disavanzo del mese sarebbe stato di circa 4,6
miliardi.
Quelli
del MEF sono come sempre trionfalistici, anche se le notizie sono pessime.
Come sapete da mesi e mesi ripetiamo che:
a) Il miglioramento del Fabbisogno che
c’era nei mesi scorsi era fasullo
b) Che il governo diceva delle “balle” sul
Deficit, stimandolo prima al 1,5%, poi all’1,7% e poi al 2,6%. Anche questa
cifra e’ una menzogna.
Alla fine il Governo Monti ci lascera’ un 2012
con un deficit non troppo diverso dal 2011, e con un Debito Pubblico nettamente
superiore (circa 127% nel 2012 dal 120% del 2011), e quindi con una situazione
di finanza pubblica fortemente deteriorata. L’economia reale
Italiana durande il governo Monti ha avuto un deterioramento rispetto al
resto d’Europa che non si vedeva in queste proporzioni da 65 anni.
Il 12 Maggio 2012, su Rischio Calcolato appariva questo articolo VERSO LA BANCAROTTA: C’e’ un
BUCO di 20-25 miliardi nei conti pubblici; nuova MANOVRA all’orizzonte.
6 mesi fa sostenevamo 2 cose precise (e
siamo stato gli UNICI a dirlo e ripeterlo tra tutti i media ed operatori
previsionali):
a) Il deficit 2012 sarebbe stato al
3,0-3,3% contro 3,9% del 2011 (al netto dello spostamento del pagamento di 3
mld di IVA dal 2011 al 2012, 3,2-3,5% contro 3,7%), in sintesi il risanamento
era una bufala
b) Ci sarebbero state nuove Manovre per
rattoppare buchi
Abbiamo avuto ragione. Il miglioramento
del Deficit 2012 sara’ simbolico, e le manovre si susseguono (spending review,
ritocchini accise, tassettine qua e la’, IVA, etc).
Il libero mercato è L’Esca gettata dal capitalismo dando vita hai mostri che guidano L’ECONOMIA ITALIANA .
RispondiEliminaCi hanno costretto ad’ accettare interscambi importando merce che produciamo
Creando crisi NE L'INDUSTRIA e L’AGRICOLTURA ITALIANA .
L’AMERICA Padre del libero mercato ci impone regole che loro non rispettano .
Provate a invadere il mercato AMERICANO e mettere in crisi le loro INDUSTRIE e la loro AGRICOLTURA automaticamente scatterebbe sulle merci importate ( dazio ed embargo)
Questa prepotenza è imposta dai Manager spocchiosi di oggi.
I Manager da prendere ad esempio sono i vecchi imprenditori Della piccola e media Industria (Padri del Boom Economico) i più nati dalla gavetta Iniziando dal basso sono arrivati al vertice ricchi di esperienza (e umanità) vera LAUREA indispensabile ad un MANAGER.
Nel dopo guerra (ricordo che) in vari settori compreso il settore ARTIGIANO
Lavoravamo 10 mesi l’anno allora la cassa integrazione non esisteva nei due mesi di fermo lavoravamo al rinnovo del campionario per conquistare nuove fette di mercato il tutto a spese del titolare.
La cassa integrazione Figlia dei Bocconiani è nata dopo il boom economico per difendere ( solo ) le grandi Industrie e i loro capitali Dando vita ad un nuovo mercato (da sfruttare ) L’ITALIA
Premiando l’egoismo e là cupidigia ci hanno riportato al punto di partenza.
Purtroppo se non avviene un MIRACOLO con l’egoismo dei potenti e la stupidità dei sudditi
Il BOOM della catastrofe sarà definitivo.
SIAMO UN PAESE di NAVIGANTI ALLA DERIVA
In cerca di un faro che non c’è
Sballottati come fuscelli nella tempesta mediatica. Le voci delle sirene offuscano le menti dei marinai Portando la nave senza nocchiere verso gli scogli.
DOVREMMO metterci i tappi nelle orecchie e andare avanti
alla ricerca del nuovo da plasmare sperando che l’odissea abbia fine.
Alle prossime Elezioni Ho deciso di tornare a votare e dare la mia fiducia al (movimento 5 stelle
Come si usa dire a Firenze non c’è rimasto nemmeno gli occhi per piangere
non avendo niente da perdere anzi per la prima volta Ha 73 anni
direi di poterci guadagnare un futuro per i figli e per tutti i giovani .
Le prossime Elezioni saranno il Banco di prova per il Nuovo che sta nascendo.
Fungerà da (Spada di Damocle) sulla testa di chi ci ha sfruttato per 64 anni
Sarà di esempio guadagnandosi sul campo la Fiducia del Popolo degli Onesti.
PS Una volta le persone disoneste venivano mandate in esilio senza ritorno
cosa aspettiamo a indire un referendum per ripristinarlo.
Ci sarebbe l'isola di Pianosa
Penso che sia sufficiente ha contenere tutti i Politici disonesti. VITTORIO
Grazie del tuo contributo
EliminaCredo che l'esilio sia troppo poco.
RispondiEliminaCi hanno portato alla morte e solo questo si meriterebbero, il giusto prezzo da pagare per chi ha ucciso non solo un paese ma non so quante persone che realmente hanno ceduto alla disperazione e si sono tolti la vita.
Io e la mia famiglia abbiamo scelto di non cedere alla disperazione e lottare ogni giorno per la sopravvivenza, anche se non so come faremo.
A 40 anni mi trovo a sprofondare nel baratro dei debiti senza lavoro non avendo da dare cibo ai miei figli, lo sfratto alle porte e minaccia di taglio di acqua, luce e gas.
Se fossi l'unico mi rassicurerei del fatto che prima o poi troverei una soluizione, ma purtroppo la realtà è che è una situazione generalizzata con prospettive di solizione prossime allo zero.
Poi dall'altra parte, quei signori per bene, prendono migliaia di euro al giorno e fanno la bella vita. Per loro siamo solo dei numeri, un dato statistico.
Ma non è così!
Tutto questo accade non per incapacità gestionale nel guidare un paese, ma per mala fede di chi si arricchisce sul sangue del popolo.
Già in Francia si sono trovati, qualche secolo fa, nella medesima situazione e proprio in quel frangente l'unica soluzione è stata la ghigliottina.
Ma noi italiani siamo troppo codardi per agire...
Luca da Pisa
Ti ringrazio Luca, della tua testimonianza che, purtroppo, riguarda milioni di persone e che certamente non sono solo numeri statistici. Grazie
EliminaBuongiorno Luca, ieri ho pubblicato sul blog il tuo grido di dolore al fine di informare quanto più possibile sulle reali condizioni di molte e famiglie. Gli amici della pagina facebook "Catena umana attorno al parlamento" hanno rilanciato il post e mi hanno scritto che sarebbero lieti di aprire una sottoscrizione a tuo favore per raccogliere qualcosa al fine di aiutarti. Ovviamente, a questo atto di generosità, si unirà anche il mio e ti faccio preghiera di volermi scrivere sulla mia email paolocardena@gmail.com. E' evidente che il tutto verrà fatto in forma anonima, e di ciò io stesso mi faro' garante. Grazie
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