di Paolo Cardenà -
Secondo il
Premier Monti, che in fatto di profezie sembra somigliare sempre più al suo
predecessore, si inizia a vedere la fine del tunnel. Ma i dati sulla disoccupazione diffusi dal'Istat dicono tutt'altro.
"A giugno 2012 gli occupati sono 22.970 mila, in calo dello 0,1% rispetto a maggio (-29 mila unità). Il calo riguarda in particolare le donne. Rispetto a giugno 2011 il numero di occupati mostra una lieve crescita (11 mila unità).Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali.Il numero dei disoccupati, pari a 2.792 mila, cresce del 2,7% rispetto a maggio (73 mila unità). Tale aumento riguarda sia gli uomini sia le donne. Su base annua la crescita è pari al 37,5% (761 mila unità).Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a maggio e di 2,7 punti rispetto all'anno precedente. A tale proposito si segnala la revisione dei dati relativi ai precedenti tre mesi, dovuta ad un aggiornamento del modello di destagionalizzazione.Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 34,3%, in calo di 1,0 punti percentuali rispetto a maggio. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia di età.Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-52 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 36,1%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,8 punti su base annua."
I dati ci segnalano una
forte contrazione della domanda di lavoro indicandoci che, nei prossimi mesi, verosimilmente,
il livello di disoccupazione tenderà a consolidarsi verso livelli ben
più alti. E' del tutto possibile che parte dei lavoratori in
cassa integrazione (oggi considerati occupati e quindi non contemplati nel tasso
di disoccupazione), passeranno a miglior vita (si fa per dire) divenendo disoccupati a tutti gli effetti.
Ciò in quanto non è del tutto remota la possibilità che questi
risultino in "forza" ad aziende che non avranno in alcun modo la
capacità di rialzarsi da questa crisi, e che pertanto cesseranno di esistere
determinando fenomeni di disoccupazione di massa.
E' questa la lettura che può
essere data ai dati segnalati dall'istituto di statistica, anche in considerazione delle dinamiche che stanno
confermando il forte deterioramento del quadro economico in Italia, dove è in
corso un processo di deindustrializzazione senza precedenti e di delocalizzazione a favore
di aree geografiche nelle quali risulta più profittevole fare impresa.
La luce che vede Monti alla fine del tunnel, non vorrei che fosse quella di un treno che ci sta venendo addosso.
Il più condiviso su Liquida
Il più condiviso su Liquida
sono anni che in italia manca lavoro per incapacita' dei governanti per mancanza di investimenti e si'perche' i soldi per investimenti se li fregano loro i signori a loro dire governanti o meglio tiranni!!!!
RispondiElimina