di Paolo Cardenà-
Sto cercando di astenermi con
forza dal dibattito relativo ai presunti successi europei del premier Mario
Monti in occasione del vertice dello scorso 28 e 29 giugno. Ma dinanzi a tanta
ipocrisia e altrettanta incapacità espressa dalla stampa sussidiata di esprimere
una rappresentazione reale e corretta del vertice di Bruxelles, non posso in
alcun modo esimermi dal rappresentarvi alcune considerazioni.
Punto primo. Come noto, al fondo salva stati ESM è stato tolto lo status di creditore privilegiato. E questo, se si dovesse considerare che un intervento del fondo salva stati a favore di un Paese, avrebbe provocato una fuga degli investitori dai titoli del Paese soccorso proprio perché, a quel punto, sarebbero stati considerati creditori non al pari dell'ESM e quindi subordinati, è una riforma che, a parer mio, va nella giusta direzione.
Punto secondo. Al fondo salva stati è stato conferito il mandato di
intervenire direttamente nel capitale delle banche (quelle spagnole per
l'esattezza), divenendo così anche un
fondo salva banche (finanziato dai contribuenti europei). Invero, il fondo,
nella sua configurazione aggiornata e comunque dopo che saranno sati conferiti alla BCE i
poteri di supervisione del sistema bancario dell'eurozona, potrà sostenere
anche il capitale delle banche, modificando la propria operatività originaria
che prevede l'intervento dell'ESM diretto allo Stato e da questo, alle banche in difficoltà, con l'ovvia conseguenza di un aumento del debito pubblico. Come dire: un
giochetto artificiale per far intervenire direttamente i contribuenti europei (italiani compresi) ancora una volta
nel salvataggio delle varie banche, senza con ciò creare ulteriori tensioni sui
debiti dei paesi destinatari dell'aiuto.
Punto terzo. Oltre ad un primo passo verso un integrazione bancaria,
conferendo alla BCE il controllo sul sistema bancario europeo, sempre nel
vertice del 28 e 29 giugno, è stato stabilito che si può accedere al fondo
salva stati con formale richiesta di
intervento; sottoscrivendo comunque un memorandum
di intesa nel rispetto di
raccomandazioni specifiche, ma senza necessariamente subire l'invasione della
cavalleria (Troika). E qui, a dire il vero, non mi sembra che ci sia una novità
sostanziale, in quanto, l'operatività dell'ESM sembra comunque subordinata ad
una trattativa che mal concilia con la tanto flessibilità di intervento
auspicata dal premier Monti.
Punto quarto. E qui, a mio avviso, arriva il nodo cruciale.
All'ESM, allo stato attuale, non sembra essere stata attribuita licenza
bancaria tale da consentirgli di finanziarsi a leva presso la BCE e intervenire,
di conseguenza e con una adeguata capacità di fuoco, sul mercato primario e secondario calmierando
così i rendimenti dei titoli di stato. E' evidente che allo stato attuale,
viste le limitate risorse a disposizione del Fondo salva Stati, il rischio è di prosciugarne ben presto la
dotazione, tenuto conto che è del tutto
verosimile che ben presto il fondo potrebbe essere impegnato sul fronte
spagnolo.
Un fallimento, quindi? E' ancora presto per poterlo affermare.
Ma fermo restando che resta comunque da definire una quantità indefinita di
criteri di intervento dell'ESM, come ho già avuto modo di scrivere in un post precedente, ritengo che in assenza in
assenza di una Banca Centrale Europea che possa acquistare direttamente o
indirettamente (anche attraverso il fondo
salva stati al quale andrebbe conferita licenza bancaria) ed maniera
pressoché illimitata i titoli di stato dei Paesi in difficoltà, abbassandone i
rendimenti, ogni tentativo di soluzione della crisi sarà destinato a fallire
miseramente.
Ma
chi sono i vincitori e i vinti di questa partita?
Ha
vinto sicuramente la Spagna, che ha portato a casa la possibilità di salvare
(si fa per dire) le proprie banche senza dover subire la presenza della
Troika e soprattutto un incremento del debito pubblico. Ha Vinto la Merkel che,
in perfetta sintonia con la posizione tedesca da sempre contraria a soluzioni
di mutualizzazione del debito in assenza di cessione di pezzi di sovranità, ha ottenuto
che alla BCE siano affidati poteri si sorveglianza e controllo e solo
successivamente, il fondo ESM potrà intervenire direttamente sulle banche in
difficoltà. Quindi ha vinto la BCE che, in tal senso, assumerà sempre più
potere e un ruolo certamente più attivo. E chi ha perso?.Se si dovesse
considerare che lo scudo antispread voluto da Monti, avrebbe significato attribuire una
licenza bancaria alla fondo salva stati, tale da consentirgli di finanziarsi
dalla BCE e quindi disporre di risorse con multipli superiori a quelli attuali,
in questo caso, al momento, l'Italia è l'unica sconfitta insieme al contribuente
europeo, chiamato nuovamente ad intervenire nel salvataggio di banche in
fallimento.
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