di Paolo Cardenà -
I nostri governanti sono affetti dalla schizofrenia omicida di tassare
tutto ciò che è tassabile. Questo è sotto gli occhi di tutti e soprattutto nella monotonia delle
nostre tasche. Ci tassano (o per meglio dire ci espropriano) beni, redditi,
patrimoni e quant'altro già soggetto a imposizione; ma anche
comportamenti, vizi, abitudini, stili di vita e futuro. Basta
che esista qualcosa, seppur aleatorio, suscettibile di valutazione economica,
che questo si trasforma subito in materia imponibile da colpire con nuove
imposte. Dalla tassa sugli sms (solamente paventata), a quella sui cibi e a quella sulle bibite. Dall’imposta sugli sbarchi nelle isole, a quella sulla pubblicità delle gru
nei cantieri edili; solo per citarne alcune delle più clamorose. Arriveranno a
tassarci anche le foglie che cadono, le ombre degli alberi dei
nostri giardini o l'aria che respiriamo, visto che l'acqua è già tassata.
E' aberrante constatare, giorno dopo giorno, la perseveranza maniacale e spasmodica che affligge il Governo nel cercare e ricercare nuova materia imponibile da far emergere e quindi nuove imposte da pretendere; con la miopia e l'ottusità di chi, con colpevolezza schiavista, non comprende che esiste comunque un limite massimo sopra il quale non si può tassare il reddito della propria popolazione pensando di estrarre maggior gettito, rendendo schiave persone libere.
E mentre si consuma il dramma di una Nazione e di un popolo che sta
perdendo la propria libertà e il proprio futuro, nulla, ma proprio nulla, viene
fatto sul fronte della riduzione degli sprechi e delle spese.
Nessun significativo taglio o riqualificazione della spesa pubblica e nessuna riduzione
dei privilegi (anche se acquisiti); ancora meno a proposito dei tagli ai costi della politica. Nessun
impulso o sollecitudine per una riforma costituzionale finalizzata
all'abolizione o al ripensamento delle province, o all'accorpamento
dei comuni più piccoli, in un ottica volta a favorire la
realizzazione di economie e quindi di risorse da ridistribuire alla collettività;
mentre è stata già approvata in tempi record la riforma costituzionale che ha
recepito il c.d. principio del pareggio di bilancio, regalando la
nostra sovranità popolare alla UE. Nulla dal lato della
riduzione dei privilegi del casta che ha distrutto (e continua a
farlo) questo paese, a tal punto che la commissione appositamente nominata
è stata costretta a rimettere il proprio mandato, avendo riscontrato
l'impossibilità di giungere ad una conclusione. Solo tasse,
coercizione e disperazione imposte a gran parte della
popolazione.
Per non considerare poi i soldi derubati agli italiani e spacciati per
rimborsi elettorali ai partiti, nonostante il popolo (solo apparentemente sovrano) si sia già espresso al
riguardo attraverso il referendum che ha abolito tale contribuzione. La cronaca
di questi giorni ci racconta, in tutta la sua inquietudine e con il
sentimento di rabbia che suscita, di centinaia di milioni di euro
che vengono elargiti ai partiti politici e dell’uso che le varie segreterie
fanno del maltolto. Dei veri parassiti sociali, che godono del denaro estorto
al popolo italiano usando queste risorse come se fossero degli Hedge
Funds, per fini per nulla riconducibili al miglioramento e allo
sviluppo della politica e della pessima classe dirigente che questa
esprime. Le ruberire perpetrate, servono per mangiare ostriche e champagne o per finanziare lussi e privilegi di una classe politica priva di ogni elemento morale, civile e sociale: degna di un basso impero, insomma.
Personalmente, non ho mai sposato l’idea che esista una seconda Repubblica
nata dalle ceneri di una prima - crollata con gli eventi di tangentopoli -, se
non in termini convenzionali. Al contrario ho sempre pensato che
questa presunta seconda Repubblica, oltre ad aver ereditato dalla prima, quanto
di peggio questa abbia commesso, ne costituisca la natura prosecuzione e
conseguente degenerazione, con elementi di maggiore inquietudine:
l'occultamento dei nobili principi caratterizzanti una vera
democrazia, la caduta morale e culturale espressa dai politici e il
pressapochismo che li ha accompagnati. Oggi, come ieri, i partiti occupano
tutte le istituzioni statali, centrali, intermedie e locali. Occupano banche,
enti, luoghi di potere, televisioni, università e aziende pubbliche. Anzi,
queste ultime, talvolta, vengono mantenute in vita proprio per
riciclare poltrone da riservare a politici falliti, corrotti o
addirittura condannati, e concedere a questi il favore di poter vantare un
incarico, apparentemente di prestigio. E’ sempre la Repubblica delle tangenti,
della corruzione, della concussione e dell’illegalità diffusa; dei favoritismi,
delle sopraffazioni, della difesa di interessi diparte, corporativi e
lobbistici e delle raccomandazioni. Questi elementi appartengono ai politici di
oggi come a quelli di ieri, proprio come se fossero una naturale eredità
trasferita dal corso dei tempi.
Il risultato di questa degenerazione è sotto gli occhi di tutti:
una nazione prossima al fallimento, con una pressione fiscale ai limiti
dell’esproprio e un apparato burocratico e amministrativo degno della migliore
unione sovietica, volontariamente mantenuto poiché enorme bacino di voti e
quindi di privilegi.E proprio mentre gli italiani sono chiamati a sacrifici
enormi in nome della salvezza di una nazione che loro hanno distrutto,
questi continuano a farsi beffa del futuro della
popolazione e delle generazioni a venire. Continuano a rubare in maniera
spregiudicata e ad anteporre gli interessi personali a quelli della
collettività, depredando la Nazione delle sua democrazia e del sogno
di un futuro migliore. Stanno inducendo la popolazione alla disperazione e
all’esasperazione. Ci dovremmo davvero interrogare
sul senso del pagare tasse, e ancora tasse, per mantenere questi
distruttori di ricchezza, sapendo che i nostri sacrifici andranno a
favore di una classe dirigente inadeguata e incapace , o peggio, di
un manipolo di ladri e corrotti che, oltre ad essere esempio della caduta
morale e del declino di una Nazione, hanno come unico fine quello di difendere
e mantenere inalterati i loro privilegi a danno degli italiani. Un
popolo di sessanta milioni di persone, sottomesso e tenuto in scacco da qualche
migliaio di malfattori coesi ed arroccati a difesa
dei propri soprusi, è destinato alla schiavitù. Quando cesserà tutto
questo? Quando smetteremo di piangerci addosso e inizieremo a riprenderci il
nostro futuro e quello dei nostri figli. Quando avremo il coraggio di
cacciarli via ed esiliare questi schiavisti, proprio come fu fatto con i
Savoia.
Un popolo di sessanta milioni di persone, sottomesso e tenuto in scacco da qualche migliaio di malfattori coesi ed arroccati a difesa dei propri soprusi, è destinato alla schiavitù. Ottimo Post
RispondiEliminaLa ringrazio. Stia bene e a presto.
RispondiEliminaGentile Cardena' sono stato reindirizzato per caso sul blog e sull'articolo che trovo condivisibile tranne nelle cifre;
RispondiEliminaintendo quel migliaio a cui lei fa riferimento non e' proprio cosi esiguo.
Lei dimentica l'indotto dei soprusi, della malversazione, della corruzione e della raccomandazione:a fronte di ogni riprovevole nonche penalmente rilevante cattivo costume sopra citato c'è una schiera di :"pseudo imprenditori affaristi faccendieri azzeccagarbugli legulei" di ogni strato ed estrazione sociale pronto ad approfittarne per se e per la fantocomica famiglia italiana.
A far bene i conti vedra' che non sono un migliaio ma quasi il 50% salvo poi recarsi in chiesa e recitare il mea culpa la domenica per poi riprendere il lunedi successivo piu' leggeri nello spirito.Saluti
La ringrazio per il suo contributo
RispondiEliminaCondivido l' articolo al 100%. Aggiungo però che la colpa è "anche" nostra. Noi italiani siamo un popolo di pecore: ci lamentiamo, critichiamo (giustamente), imprechiamo contro il governo, ecc... ecc... MA alla fine però abbassiamo la testa e paghiamo sempre tutto il dovuto. Basta che non ci tocchino la partita domenicale, le vacanza, il LED a 40 pollici, l' iPhone ed il SUV e poi ci va bene tutto. Ovviamente ho calcato un po' la mano, ma non penso nemmeno di essere tanto distante dalla realtà. Proviamo a non versare più un centesimo di tasse (tutti nessuno escluso) per un mese, a non mettere più una goccia di benzina nell' auto, a mandare a quel paese i modelli F24 col pagamento dell' IMU. Così facendo, una maggioranza compatta di 60.000.000 di persone contro qualche migliaio di parassiti con il titolo di "onorevole", sarebbe riuscita a mettere letteralmente in ginocchio un sistema farraginoso, burocratico, ladro ed al limite della dittatura. Non vedo molte opportunità di riscatto finchè non si smette con le parole e non si passa ai fatti.
RispondiEliminaCi vuole uno sciopero fiscale......non bisognerebbe più versare nemmeno un euro di tasse finchè non danno prova di utilizzare i nostri soldi per il bene della nazione
RispondiElimina