Visto l'esito delle aste dei titoli di stato
di ieri, e come avevo già anticipato nel post dal titolo "ANCHE IL TESORO SEMBRA VOGLIA ABBANDONARE I BTP",
si conferma che perseguire una strategia di diminuzione della duration
del debito in scadenza, emettendo BOT in sostituzione dei BTP, sia una
soluzione significativamente più economica in termini di costi di finanziamento
del debito.
In effetti, ieri sono stati collocati sul mercato
8.5 miliardi di euro di Bot con scadenza gennaio 2013 al tasso del
2.735%, contro il 5.925% registrato nel mese di dicembre in occasione dell'asta
sullo stesso titolo annuale.
C'è inoltre da segnalare che la domanda è
stata di 12.5 miliardi contro gli 8.5 offerti. Sempre ieri sono stai collocati
anche 3,5 miliardi di BOT con durata residua di 136 giorni: in questo caso la
domanda è stata pari a 6,485 miliardi di euro e il rendimento lordo ponderato
si è fermato all'1,644%.
In pratica, ciò che sta tentando di fare
il Tesoro, è accorciare sensibilmente la duration del debito pubblico,
stimolato in tal senso dal fatto che il BOT, offrendo dei rendimenti
dimezzati rispetto ai BTP decennali, permette un notevole risparmio in termini
di interessi sul debito.
Ma tale strategia presenta comunque il pericolo
di esporsi troppo a rischi di rollover risk.
Il rollover risck, altro non è che il rischio
associato alla vita media del debito, la quale, diminuendo, amplifica
in maniera esponenziale il rischio che i creditori possano
"fuggire" dai titoli pubblici ad ogni notizia negativa derivante
dallo Stato. In altre parole, una duration dello stock del debito più lunga
assicura una minor frequenza di ricorso dello Stato al mercato che, come noto,
è sempre un banco di prova.
Sebbene le aste di ieri abbiano riscosso
particolare successo, sarebbe comunque opportuno interrogarsi anche
sui motivi che sono alla base della dimostrazione di interesse
manifestata dagli investitori.
Al riguardo, va segnalato che le banche che hanno
sottoscritto il debito andato in asta ,lo hanno potuto fare anche grazie all'enorme liquidità
"pompata" dalla BCE nel sistema lo scorso 21/12/2011 - di cui ho
avuto modo di discutere nei precedenti post- che comunque deve in qualche modo
essere investita.
Ma questo non è il solo evento che
dovrebbe indurci a placare l'ottimismo. In vero, stando alle notizie che
giungono dalle sale operative, sembrerebbe che una banca iberica, ieri, abbia
fatto grandi acquisti di BTP sulle scadenze a 5 e 10 anni al fine di offrirli
come collaterale per la prossima operazione di finanziamento della BCE prevista
per la fine del mese. E' del tutto evidente che tale circostanza, ha contribuito
non poco a placare le tensioni sullo spread con il Bund Tedesco sceso
significativamente sotto i 500 basis point.
A conferma di questa tesi, proprio oggi, sono
arrivati i risultati delle aste dei BTP in scadenza a 3 e 5 anni, che, sebbene
collocati con rendimenti calo (sul triennale) rispetto alle aste precedenti, non esaltante è
stata la domanda manifestata dagli operatori , soprattutto sulla scadenza più lunga. Circostanza, questa, che evidenzia non poco scetticismo da parte degli investitori. Relativamete a queste ultime aste di oggi, a conferma che le banche stanno utilizzando il finanziamento ricevuto dalla BCE per acquistare i titoli di stato e non per finanziare famiglie e imprese, è da osservare che i titoli triennali, collocati con scadenze inferiori alla durata del finanziamento (3 anni) concesso alle banche, manifestano un rendimento significativamente in discesa rispetto alle aste precedenti; mentre i rendimenti dei titoli di durata quinquiennale ( quindi fuori dall'arco temporale di copertura del finanziamento), sono addirittura aumentati. Questa circostanza, in altre parole, ci rappresenta che le banche stanno utilizzando i soldi ottenuti dalla BCE all'1% per fare acquisti sui titoli di stato a breve termine (sotto i tre anni) , a favore dei quali piove una vera e propria manna dal cielo, che è destinata a riflettersi positivamente anche sui bilanci bancari. Infatti, fuori dal periodo temporale di durata del prestito BCE, la domanda risulta contratta e il rendimento addirittura in aumento.
La strada è lunga e molto ripida. Siamo solo agli
inizi.
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